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Piazza Ducale, Vigevano, PV, Italy
Vigevano

 

Piazza Ducale a Vigevano è una vasta piazza in stile rinascimentale. La sua costruzione iniziò nel 1492 per volere Ludovico il Moro come anticamera del castello ormai trasformato in palazzo ducale, e fu ultimata nel 1494.
Lunga 138 metri e larga 46, è edificata su tre lati (il quarto è occupato dalla Chiesa Cattedrale di Sant'Ambrogio) con edifici omogenei con facciata e portici uniformi a contorno di un forum che ricalca il modello romano descritto da Vitruvio.
In origine la zona era caratterizzata da una larga strada contornata dagli edifici in gran parte porticati, tra cui quello del Comune, frutto dell’espansione trecentesca sviluppatasi a nord del promontorio fortificato dell’antico borgo scomparso con le trasformazioni viscontee e sforzesche che hanno portato alla realizzazione dell'attuale "castello". Al borgo e al primitivo castello annesso, situati in posizione sopraelevata, si accedeva per mezzo di una rampa o forse di una scalinata posta in corrispondenza dell'attuale torre che funge da ingresso al castello.
La nuova piazza venne realizzata sotto la direzione dell'ingegnere ducale Ambrogio da Corte con la demolizione delle case situate verso la scarpata su cui sorge il castello e il riuso degli edifici a nord e ad ovest, allineandoli con il rifacimento delle facciate. La realizzazione sforzesca aveva il lato sud interrotto, in corrispondenza con la torre, da un’ampia rampa di collegamento tra la piazza e il castello; il lato ovest si prolungava fino alla scarpata del castello (alcune arcate con le colonne originali si trovano inserite nel caffè Commercio) ed era diviso in due parti unite da un arco trionfale posto all’imbocco della via del Popolo, mentre sul lato nord, in corrispondenza dell'aggancio con quello ovest, proprio di fronte alla rampa, si apriva un arco trionfale a tre fornici corrispondente all'imbocco di via Giorgio Silva. Le facciate si presentavano totalmente decorate con affreschi.
La forma attuale è frutto dell’intervento del 1680, realizzato dal vescovo Juan Caramuel y Lobkowitz, in cui viene demolita la rampa e costruito uno scalone inserito nel completamento del tratto mancante del lato sud, parte del lato ovest (verso il castello) viene inglobato nel corpo sud. L’assetto della piazza viene definitivamente modificato dal Caramuel con la costruzione della nuova facciata della cattedrale: una facciata concava, addossata alla chiesa come una quinta teatrale, che abbraccia e accoglie il recinto della piazza ribaltando il rapporto sforzesco piazza-castello trasformandolo in piazza-chiesa.
In epoca sconosciuta, forse nella metà del XVIII secolo, si sostituiscono gli archi trionfali, completando il ritmo delle arcate, con nuove colonne di materiale e fattura diversa da quelle quattrocentesche. Nella prima metà del Settecento gli occupanti austriaci collocano una statua di San Giovanni Nepomuceno, che ancora oggi caratterizza il lato occidentale della piazza.
La pavimentazione con ciottoli e lastre di serizzo risale alla metà dell’Ottocento, quando viene sostituita anche la pavimentazione dei portici, originariamente in mattoni a spina di pesce, con quella attuale. Nel 1911, ad opera dell'architetto Moretti, viene realizzato il disegno con ciottoli bianchi e inseriti i lampioni. Tra il 1905 e il 1910 viene realizzato un ampio restauro che riporta alla luce i lacerti degli affreschi sforzeschi, nascosti dalle pitture settecentesche, a opera del pittore vigevanese Casimiro Ottone, che integra i lacerti con una nuova decorazione pittorica in stile rinascimentale; durante i lavori si rifanno i tetti con la realizzazione degli eclettici camini e vengono installati i lampioni attuali. In occasione del 500° della sua costruzione, tra il 1992 e il 1996, viene eseguita la ripittura della decorazione di inizio secolo e il restauro di ciò che resta degli affreschi sforzeschi originari.
Attualmente la piazza è meta di incontro e ritrovo, certamente la preferita dei vigevanesi, e il principale punto di riferimento per i turisti. Accoglie negozi di vario tipo e anche la fermata del trenino turistico della città.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_Ducale_(Vigevano)
Copyright: Fabio F
Type: Spherical
Resolution: 20224x10112
Taken: 26/01/2014
Caricate: 29/01/2014
Published: 29/01/2014
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Tags: square; renaissance; outdoors
More About Vigevano

La città di Vigevano sorge a trentacinque chilometri da Milano e da Pavia. Pur essendo una località antichissima le sue origini sono confuse. Il primo documento che menziona nella forma longobarda di "Vicogeboin" il borgo sorto in posizione strategica sopra un promontorio della costa del Ticino, è del 963.Vigevano, collocata in posizione ottimale su un guado del fiume Ticino, diventò oggetto delle mire espansionistiche di Milano e di Pavia e per oltre 150 anni fu costretta a subire guerre, assedi e distruzioni. Con l'avvento delle Signorie, nel sec. XIV, il borgo migliorò le sue condizioni, soprattutto per gli importanti mutamenti urbanistici introdotti dai Visconti che culminarono nella costruzione dei "terraggi", della "rocca" e nel potenziamento del castello.Durante il governo di Luchino Visconti venne costruita la possente "Strada Coperta" (1347) che collegava il Castello alla Rocca scavalcando le case del borgo. Morto Filippo Maria Visconti nel 1447 Milano proclamò l'Aurea Repubblica Ambrosiana presieduta da Pier Candido Decembrio, personaggio di origine vigevanese. Contro la nuova repubblica insorse Francesco Sforza, comandante dell'esercito visconteo, che tentò con ogni mezzo di impossessarsi del potere. Nell'aprile del 1449 Vigevano si ribellò al presidio sforzesco, si proclamò libero comune e si alleò a Milano, ma non bastò l'impegno di tutto il popolo guidato dall'eroina Camilla Rodolfi per resistere all'assedio delle truppe sforzesche condotte dal Colleoni, il 6 giugno il borgo dovette inchinarsi a Francesco Sforza che conquistò Milano nel febbraio dell'anno successivo e si fece proclamare nuovo duca. Forse in virtù dell'eroismo dimostrato dai Vigevanesi durante l'assedio, Francesco Sforza fu benevolo con loro e li favorì, concedendo al borgo vantaggiose norme commerciali. Scelse inoltre il castello di Vigevano come luogo preferito dalla Corte per i soggiorni estivi e per la caccia. Alla sua morte (1470) gli successe Galeazzo Maria, figlio iniquo e violento, che venne trucidato nel dicembre del 1476 nella Chiesa di Santo Stefano in Milano. Gli succedette il figlio Gian Galeazzo Maria, di soli 7 anni, tutelato della madre Bona di Savoia.Nel turbolento momento del trapasso dei poteri fece la sua ricomparsa alla corte milanese Ludovico Maria detto il Moro, fratello del duca assassinato, rientrato da un forzato esilio in Toscana. Il Moro riuscì a farsi nominare Luogotenente Generale del ducato e, usurpando il potere ai tutori del giovane duca, si impadronì di fatto del potere. Nel 1486 avviò la bonifica del territorio vigevanese con la costruzione della fattoria modello "Sforzesca", e con l'edificazione di altre cascine. Furono inoltre ampliati e prolungati canali e rogge con grande beneficio dell'agricoltura. Successivamente il Moro dedicò le sue cure al borgo: nel 1490 con la costruzione di nuove scuderie e nel 1492 con l'inizio di nuovi edifici nel Castello. Contemporaneamente venivano avviati i lavori per l'apertura della nuova Piazza Maggiore (ora Ducale), che venne terminata nel 1494 in concomitanza con la nomina del Moro a Duca. La nomina fu illegittimamente ottenuta dopo la morte del giovane nipote Gian Galeazzo, deceduto nel Castello di Pavia in circostanze sospette.Negli anni 1492/94 operarono a Vigevano Donato Bramante e Leonardo da Vinci. Al primo vengono attribuiti la "Loggia delle Dame", la "Falconiera" e la Torre, mentre Leonardo lasciò molti appunti che fanno riferimento a Vigevano ed alla Sforzesca. Nel 1500 il Moro, sconfitto e catturato dai francesi a Novara, venne imprigionato in Francia dove finì i suoi giorni nel 1508. Con la sua scomparsa Vigevano vide chiudersi il periodo aureo del rinnovamento urbanistico. Il successivo dominio francese segnò l'infeudazione di Vigevano al Maresciallo di Francia Gian Giacomo Trivulzio che impiantò nel borgo una arazzeria resa celebre della sua produzione. Seguirono nuove occupazioni straniere, guerre, pestilenze e difficoltà economiche.Salito sul trono di Milano Francesco II Sforza, figlio del Moro e nativo di Vigevano, il 16 marzo del 1530, su sua sollecitazione, il Papa Clemente VII firmò a Bologna la bolla di erezione di Vigevano al rango di città e sede di Diocesi. Nel 1532, venne istituito il "Contado Vigevanasco". Ma il rifiorire della vita commerciale ed artistica della neonata città fu drasticamente interrotto il 1 settembre 1535 dalla prematura morte di Francesco II. Caduta sotto il dominio spagnolo dell'Imperatore Carlo V la città venne colpita da una serie gravissima di calamità: una terribile carestia nel 1628/29, una spaventosa epidemia di peste nel 1630 e due disastrosi assedi alla Rocca Nuova posti negli anni 1645/46, dapprima dai francesi e poi dagli spagnoli, che resero l'abitato "simile ad un triste deserto".Chiusa la pesante parentesi spagnola all'inizio del XVIII secolo, le condizioni economiche di Vigevano migliorarono in modo sensibile, e nel 1750 la città contava 144 laboratori per la lavorazione della seta con 1600 addetti. Il 29 agosto 1789 la città venne riconosciuta dallo Stato Sardo capoluogo della "Provincia Vigevanasca" soppressa nel 1818 durante la "restaurazione" seguita alla parentesi napoleonica.Il 10 agosto 1848 nel Palazzo Vescovile venne sottoscritto da re Carlo Alberto l'Armistizio Salasco che concluse la prima fase della Prima Guerra per l'Indipendenza ed il 21 marzo del 1849, alla ripresa delle ostilità, la Sforzesca fu teatro della battaglia vinta dai soldati Piemontesi contro gli Austriaci.da smsrobecchi.it 


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